venerdì 5 novembre 2010

Quanto costa all'ambiente la prova di efficacia...

Desideriamo sottoporvi una riflessione. La UNI EN 858-1 al punto 8.3.3.1.4 descrive come deve essere condotta la prova di efficacia per i disoleatori prefabbricati. La prova prevede che venga immessa una portata d'acqua contaminata con una quantità definita di olio all'impianto, portata pari a quella che questo è in grado di trattare per il tempo necessario a cambiare 4 volte il volume della vasca. Dopo tale tempo si eseguono 5 campionamenti all'uscita dell'impianto e si effettuano le relative analisi chimiche per valutarne il rendimento depurativo. Facciamo un esempio pratico per capire meglio i volumi di acqua e olio che vengono messi in gioco. Supponiamo di voler testare un impianto da 50 lt/sec che, tra l'altro, rappresenta una taglia piuttosto piccola, considerando che la norma esonera dalla prova solo gli impianti in grado di trattare una portata maggiore di 150 lt/sec e gettati in opera. La portata da immettere quindi nel nostro impianto è di 50 lt/sec per circa 21 minuti, dato quest'ultimo ricavato dal volume della nostra vasca e dal fattore moltiplicativo 4. Il volume di acqua che viene conivolto nella prova in questo lasso di tempo è quindi pari a 64.000 litri e cioè 64 mc. Questi 64 mc vengono contaminati e quindi inquinati con 320 litri di olio e nella migliore delle ipotesi che l'impianto abbia il rendimento per poter essere classificato in classe I, la concentrazione di olio allo scarico è comunque di 5 mg/lt pari a 0,4 litri di olio comunque che continuano a essere "inseparabili" dalla massa acquosa. Nel caso poi l'impianto rientri in classe II e che quindi si richieda un valore allo scarico di 100 mg/lt la quantità di olio residua inseparata sarà di circa 7 litri. Non pare quindi un po' paradossale che per testare il rendimento di un impianto si debbano inquinare volumi così elevati del prezioso liquido che tutti ci affanniamo a tutelare???
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